Laboratori di tecnologia per la scuola in ospedale

“Laboratori di tecnologia per la scuola in ospedale” è un progetto di Verona FabLab realizzato grazie al contributo di FONDAZIONE JUST ITALIA.

L’obiettivo del progetto è stato quello di realizzare dei laboratori in ambito tecnologico a bambini che frequentano la Scuola in Ospedale per promuovere il loro benessere e la loro crescita aiutandoli a sviluppare competenze digitali, cognitive e trasversali e accompagnando i docenti attraverso un percorso di formazione.

La forza di Verona FabLab risiede nella sua capacità di fornire formazione informale e di avvicinare giovani e adulti alla tecnologia con l’obiettivo di renderli “produttori consapevoli” e non “consumatori passivi”. A tal fine si impegna a formare cittadini, insegnanti, formatori, professionisti, studenti e disoccupati ed è promotrice di diverse attività che coinvolgono scuole, musei, cooperative.

Il progetto, che inizialmente prevedeva di entrare a scuola con ragazzi e docenti è stato rimodulato a seguito dell’emergenza epidemiologica che ci ha colpito.

Da settembre 2020 sono partite , in modalità online, le attività rivolte ai docenti della scuola in ospedale; tali attività hanno riscontrato un buon successo, vedendo protagonisti 12 insegnanti che hanno voluto perfezionare metodi, competenze e strumenti per la didattica in presenza e per quella online.

Negli ultimi mesi invece, data l’impossibilità di lavorare direttamente con i ragazzi, abbiamo deciso di reinventarci anche per loro creando video tutorial per l’utilizzo dei kit di robotica educativa acquistati per la scuola in ospedale, precisamente lego wedo e lego spike.

Un ringraziamento sentito va al Prof. Emanuele Miliani ( a dx nella foto), che grazie alle sue competenze e alla sua passione ha reso possibile portare a termine questo progetto.

Giorgia Bissoli con il Prof. Emanuele Miliani

Se vuoi progettare insieme a noi nuove attività contattaci: tech4kids@veronafablab.it

Guerrieri digitali con lo Zanshin Tech

Lo Zanshin Tech è la prima arte marziale digitale mai inventata che fonde elementi delle arti marziali orientali (rispetto dell’avversario, codice d’onore, non violenza) alle conoscenze tecnologiche (Cyber Security e altri programmi per tutelarsi, analisi funzionamento dei singoli social network e autoprofilazione) per gestire la propria identità digitale in modo sicuro.

Questa disciplina prende il nome dalla parola giapponese “zanshin” che indica lo stato mentale del “qui e ora”, di vigilanza e controllo di sé e di ciò che ci circonda tipico del maestro di arti marziali. Lo scopo dello Zanshin Tech è infatti quello di educare le persone all’uso consapevole delle tecnologie per riconoscere eventuali aggressioni digitali e mettere in atto strategie per difendersi.

Lo Zanshin tech nasce come associazione nel 2013 operando tramite sensibilizzazione ai ragazzi e ragazze nelle scuole sul tema del cyberbullismo e si diffonde enormemente all’inizio del 2014 a seguito di eventi suicidogeni di ragazzini vittime di cyberbullismo verificatesi in molteplici città. La sensibilizzazione da sola, quindi non basta, è necessario intervenire in modo efficace.

Tanto è vero che le tecniche utilizzate per truffe online, adescamento, e minacce sono sempre le stesse, per questo è importante riconoscerle e utilizzare efficaci contromosse per fermarle nel più breve tempo possibile.

  1. Non fare del male all’avversario con ciò che si ha appreso nel dojo (rispetto del codice d’onore)
  2. Rispetto per il tuo aggressore (non devo odiarlo, ma convincerlo che non deve prendersela con me)
  3. Ciò che si dice nel dojo resta nel dojo: i problemi condivisi nel gruppo rimangono all’interno di esso.
  4. È un’attività di gruppo: devono essere presenti almeno 2 maestri e 3 allievi.
  5. Si lascia il dojo come lo si è trovato (computer, tavoli, strumenti ecc..)

Il corso è rivolto a persone dagli 11 anni in su e si svolge 1 ora e mezza a settimana nel dojo. È un percorso lungo che insegna come gestire se stessi e la tecnologia e come essere sicuri in rete e sui social senza reagire in modo aggressivo o in modo irrazionale. Elementi distintivi di questa disciplina sono le pratiche di entrate e uscita dal dojo (saluto), la gerarchia (simboleggiata dai bracciali di colori diversi), la tecnica del Peer Education. Difatti chi segue il corso da 1 anno guadagna il bracciale arancione e diventa fin da subito maestro a coloro che sono appena entrati nel dojo, ovvero chi possiede il bracciale bianco (I livello); si è così affiancati e formati da un coetaneo o in alcuni casi anche da più giovani, responsabilizzando così le due parti e imparando l’uno dall’altro.

È la soluzione a un grande problema sociale, un fenomeno sempre più persistente nella nostra società, il cyberbullismo tra i più giovani. Lo sviluppo e la diffusione della tecnologia e soprattutto dei social permette oggi anche ai più giovani (che sono più fragili) ma anche agli adulti di trovare informazioni online su altre persone e di entrare in contatto con loro, aumentando così i rischi di cui si è parlato sopra.

Un pilastro importante di insegnamento dello Zanshin Tech che vi spoileriamo è non farsi prendere dal panico in quanto il più debole tra vittima e aggressore, è proprio quest’ultimo in quanto ha un bisogno che deve soddisfare su di noi, perciò si trova in una situazione di dipendenza.

Tramite l’analisi di casi, i partecipanti suddivisi in gruppi la loro ispezione riconoscono i segnali e le tecniche usate nelle varie fasi dagli aggressori e imparano come difendersi attraverso il controllo di sé e l’uso consapevole delle tecnologie come Open Source Intelligence, utile per fare indagini online e ricavare informazioni di chi ci contatta.

Per ora, a causa dell’emergenza Covid, lo Zanshin è rimasto a tutti gli effetti in stato di riposo, ma come ben sapete rimane sempre vigile!

Perciò non perdetevi d’Animo e rimanete nella modalità “zanshin” perché (covid permettendo) il corso ricomincerà tra settembre e ottobre!

Ecco una serata tutta Zanshin Tech di 2 anni fa..

serata di Zanshin Tech a Verona